Raccomandazioni

Raccomandazioni per gli atleti di tutte le discipline di tiro:

  • evitate se possibile l’esposizione diretta ai raggi del sole;
  • cercate di sistemarvi in zone aerate e all’ombra;
  • ricordate che il calore indiretto che si irradia dalle tribune o dalle pareti delle costruzioni colpite dal sole può causare un surriscaldamento del corpo;
  • gli indumenti intimi dovrebbero essere di un tessuto sottile ed in grado di assorbire l’umidità, ad esempio un tessuto misto con il 20% di angora;
  • il collo della camicia deve poter essere comodamente apribile, la circolazione dell’aria fra i pantaloni e la maglia non deve essere ostacolata da una cintura troppo stretta;
  • è preferibile usare indumenti chiari, che riflettono meglio il calore irradiato dal sole.

Nei poligoni all’aperto, il terreno non si raffredda completamente durante la notte. Con l’aggiunta dell’afflusso di aria calda portata dai venti che spirano da terra, ciò può determinare un riscaldamento eccessivo del corpo, specialmente nelle prime ore del pomeriggio. È importante quindi in queste situazioni evitare di ostacolare l’evaporazione del sudore dal corpo.
È indispensabile portare un copricapo di colore chiaro in grado di riflettere la luce del sole. Esso non deve essere troppo stretto per permettere un afflusso d’aria sufficiente a garantire una corretta dispersione termica, e dovrebbe essere dotato di aperture per l’evaporazione del sudore.
Per quanto riguarda poi l’abbigliamento da portare, si consiglia di scegliere una camicia di colore chiaro e dei pantaloni ugualmente chiari ed in tessuto poroso.
I calzini dovrebbero avere il piede in tessuto spesso, in lana, e la parte della gamba in cotone, per agevolare l’assorbimento del sudore. L’uso di solette offre una maggiore protezione contro il calore irradiato dal suolo, favorendo anche la circolazione d’aria all’interno delle scarpe.
È poi consigliabile che gli atleti non trascorrano i periodi di pausa in zone esposte a correnti d’aria. Il freddo provocato dall’evaporazione del sudore può infatti ostacolare la circolazione e, conseguentemente, la plasticità della muscolatura di superficie, rischiando di influenzare negativamente sia l’elasticità che la coordinazione dei movimenti.

I tiratori di carabina

I tiratori con la carabina, che non possono fare a meno di usare indumenti in pelle e velluto a coste hanno dei problemi per quanto riguarda l’abbigliamento.
Di conseguenza, la scelta degli indumenti intimi assume una particolare importanza per gli atleti di questa disciplina. Come già accennato, una valida soluzione è quella degli indumenti in tessuti misti composti dal 20% di angora. Oltre alle sue caratteristiche di assorbenza, la composizione in misto lana evita che i tessuto aderisca alla pelle.
Un rimedio per non ostacolare la circolazione d’aria a livello di microclima può essere quello di cucire o incollare al tessuto delle strisce in schiuma di lattice o in lana. A condizione di rispettare i requisiti fissati dalle norme della disciplina sportiva non vi sono limiti alla fantasia del tiratore o a quella dell’industria dell’abbigliamento sportivo con le innumerevoli soluzioni che essa propone. Piccole aperture o fessure nei pantaloni, sul dorso dei giubbini o nelle zone delle spalle o delle ascelle facilitano d’evaporazione del sudore.
Spesso accade di vedere i tiratori impegnati in gare che si svolgono in condizioni tropicali inzuppare la camicia nell’acqua fredda ad intervalli regolari e poi indossarla sulla pelle nuda dopo averla strizzata solo leggermente. A questo proposito è utile un commento dal punto di vista medico-sportivo. Pur non potendosi negare che questa’abitudine produca in termini soggettivi una temporanea sensazione di benessere, tuttavia, dal punto di vista del sistema di regolazione delle funzioni biologiche, essa può provocare temporanei scompensi nell’equilibrio termico dell’organismo. L’applicazione diretta dello stimolo freddo sulla pelle provoca un restringimento dei capillari e la brusca interruzione del processo di sudorazione. I centri di controllo dell’equilibrio termico ricevono dei segnali dai quali appare un mutamento delle condizioni ambientali. Essi reagiscono allora assicurandosi che soltanto una minima porzione del calore prodotto nell’organismo arrivi alla superficie dell’epidermide e venga emesso in quell’area. Il risultato di questa falsa informazione è quindi lo sviluppo di un processo di riscaldamento.
Un altro aspetto sfavorevole di questa pratica è il fatto che i tessuto bagnato aderisce alla pelle. Una volta ripresa, dopo l’interruzione, l’emissione di calore ai livelli normali, grazie all’effetto riscaldante degli indumenti intimi, l’evaporazione del sudore è ostacolata da tessuto che aderisce alla pelle, ed anche la convezione è impedita dall’acqua che intasa i pori del tessuto. In relazione a ciò conviene passare in rassegna brevemente vantaggi e svantaggi delle cosiddette fasce assorbisudore per la testa o dal polso.

La fascia per la testa

Si tratta di un accessorio composto di solito da un’unica lunga banda in tessuto elastico larga da 2 a 4 cm. Fondamentale ai fini dell’evaporazione della maggior quantità possibile di sudore è la conduttività capillare. Tanto nell’atletica leggera che nella lotta o in qualsiasi altro tipo di sport in cui un’eccessiva sudorazione dalla fronte può ostacolare l’atleta nel suo rendimento, la fascia assorbisudore costituisce un valido e innegabile aiuto. Senza considerare lo scopo originale per cui esse sono state concepite, le fasce per la testa servono anche da supporto per degli apparecchi ottici.
Per quanto riguarda i loro uso specifico nel tiro è importante segnalare alcune considerazioni meritevoli di una particolare attenzione:

  1. Una fascia troppo stretta esercita una pressione concentrica a carico del cranio e delle arterie craniche di superficie.
  2. L’uso della fascia può impedire l’emissione di calore nella regione cranica e non si può escludere che ciò abbia degli effetti sull’intero meccanismo di regolazione termica.
  3. Spesso le fasce per la testa usate di frequente contengono dei sali minerali che riducono le capacità di assorbimento. Le fasce sistemate impropriamente rendono difficile l’apporto ematico alle arterie della fronte ed a quelle temporali ed influiscono negativamente sull’adattamento degli organi visivi alle condizioni circostanziali a causa della stimolazione delle fibre nervose preposte alla regolazione del sistema nervoso autonomo. Esse inoltre provocano una sensazione di fastidio, distraendo l’atleta dai suoi compiti.

Una buona soluzione a questi problemi è rappresentata dalle fasce regolabili con chiusura in velcro.
Il sistema nervoso centrale, altamente sensibile ai cambi di temperatura, è protetto dai danni causati dal calore tramite un sistema di allarme. I sensori della temperatura si trovano sia nel centro di controllo che negli strati superficiali dell’epidermide. Sulla fronte essi sono situati molto vicini l’uno all’altro. In caso di aumento della temperatura a livello locale le informazioni inviate dai sensori attivano il sistema di controllo che provvede al raffreddamento mediante evaporazione.
Con il loro effetto da “bobine di raffreddamento” le fasce assorbisudore per la testa sono un valido aiuto per corridori, sciatori e tennisti, e per tutti quegli atleti soggetti a frequenti correnti d’aria causate dai rapidi movimenti previsti dalla loro disciplina sportiva. La staticità che caratterizza il tiro non richiede simili effetti. In questo sport il loro unico scopo può essere quello di proteggere gli occhi da una sudorazione abbondante.

L’importanza delle fasce scaldapolso

Per la loro elasticità e la struttura dei tessuti, queste particolari fasce si presentano molto simili alle fasce per la testa. Presumibilmente esse non hanno alcun effetto sul sistema nervoso autonomo né sulla regolazione della temperatura. Sia nel tiro con la pistola che con la carabina i tiratori le indossano con piacere per la loro capacità di bloccare la traspirazione che cola dal braccio e permette quindi una presa più ferma.

L’adattamento alla luce ed all’oscurità

Il tempo necessario all’occhio umano per adattarsi all’intensità relativa della luminosità di un oggetto osservato è variabile. Mentre l’adattamento alla luce avviene rapidamente, l’adattamento all’oscurità può richiedere alcuni secondi o minuti a seconda dell’intensità e della durata del precedente adattamento visivo. L’adattamento ai vari gradi di luminosità avviene per via fotochimica e per mezzo dei meccanismi di controllo del sistema nervoso. Esiste una stretta correlazione fra i pigmenti visivi immagazzinati nella retina (come ad esempio la rodopsina) e la sensibilità alla luce. A sua volta la formazione di rodopsina è strettamente collegata all’esistenza di vitamina “A” o della sua provitamina, il beta carotene. Per quanto riguarda la funzione di regolazione del sistema nervoso, la soglia di luminosità aumenta, in termini di adattamento immediato, proporzionalmente alla riduzione della superficie della retina, stimolata dalle radiazioni della luce.
Dopo un lungo periodo di esposizione alla luce, che può essere il risultato di una giornata al mare, di un’escursione sulla neve, di un lungo volo trascorso seduti accanto ad un finestrino colpito dalla luce abbagliante del sole, o dell’esposizione alla luce riflessa da pareti bianche (come può capitare nei poligoni, ad esempio), il tempo necessario per adattarsi all’oscurità aumenta.
Consigli per i tiratori:

  • Preferire alimenti con un alto contenuto di vitamina A.
  • Evitare di esporsi alla luce abbagliante.
  • Evitare ambienti (come le discoteche) in cui si usino giochi di luce.
  • Portare occhiali con lenti sfumate con un fattore di protezione di 5 a 3 o di 6 a 3 per proteggersi dalla luce fuori dal poligono.
  • Durante le gare evitare i contrasti di luce (superfici nere, pareti luminose).

Quando si interrompe la secrezione lacrimale

La secrezione lacrimale serve a mantenere perfettamente pulita la superficie dell’occhio, eliminando eventuali corpi estranei. Essa inoltre lubrifica la congiuntiva e la cornea e garantisce la perfetta levigatezza dei tessuti, necessaria per un sistema ottico di alta qualità.
Quando le gare si svolgono con temperature elevate, specialmente in condizioni di vento forte, può capitare ai tiratori che il livello di umidità della superficie oculare divenga insufficiente. La presenza di un corpo estraneo irrita l’occhio portando a battere le ciglia ripetutamente, mentre le mucose oculari si arrossano e si gonfiano.
Una misura preventiva può essere l’uso di un collirio a base di lacrime artificiali. Nel tiro sportivo questo metodo è ammesso soltanto se la viscosità e la tensione di superficie del medicinale sono perfettamente identiche alle lacrime naturali. Non esistono controindicazioni a eccezione del divieto di usare questo medicinale se si portano lenti a contatto morbide.

Norme generali per l’uso di sostanze sostitutive dei liquidi e dei sali minerali

Il controllo del peso eseguito al mattino a digiuno dopo la minzione e la defecazione permette di individuare in tempo eventuali carenze di liquidi. La quantità di urina escreta quotidianamente ed il colore, più intenso in caso di perdite d’acqua, sono indicatori importante.
Una perdita d’acqua pari al 2% del peso corporeo equivalente ad 1,5 litri per un uomo di 70 kg di peso è sufficiente a far insorgere la sete. Già in queste condizioni la capacità di resistenza dell’atleta diminuisce del 20% e la forza muscolare del 4%.
Con una perdita d’acqua del 6%, le condizioni fisiche generali subiscono un notevole peggioramento, mentre insorgono altri sintomi a livello psichico, come l’irritabilità e l’aggressività. Stanchezza, sensazione di instabilità, debolezza e crampi muscolari sono sintomi di una carenza di cloruro di sodio.
Nella fase preparatoria alla gara, e cioè negli ultimi tre giorni che la precedono, un regime alimentare adeguato permette all’atleta di aumentare le scorte di glicogeno nei muscoli e nel fegato (amido animale). Se si considera che 1 g di glicogeno è in grado di fissare 2,7 g d’acqua, è evidente che ciò ha un effetto positivo sull’equilibrio idrico. Il glucosio allo stato puro non è adatto a questo scopo. Oltre al fatto che l’assorbimento di glucosio aumenta la sete, il rapido riassorbimento di questa sostanza porta al temporaneo raggiungimento dei massimi livelli di zucchero nel sangue, seguito da un calo degli zuccheri per una sorta di reazione di contro regolazione (l’effetto contraccolpo).
La perdita di liquidi durante una gara può essere compensata bevendo una soluzione al 3% di cloruro di sodio (250 ml ogni 15 minuti o un litro ogni ora). A tale scopo è sufficiente sciogliere 3 g di cloruro di sodio in un litro di liquido o un pizzico di cloruro di sodio in 200 ml d’acqua. Una valida alternativa possono essere anche i preparati ai sali minerali che si trovano in commercio. Da un po’ di tempo a questa parte non si consiglia più l’uso delle compresse di sale.

Le bevande

È bene sopperire alle perdite d’acqua ingerendo liquidi in piccole quantità. Le grosse quantità di liquido tendono infatti a rimanere più a lungo nello stomaco e l’atteso ricambio di liquidi avviene dopo un periodo di tempo necessariamente più lungo.

No alle bevande ghiacciate

Non potendo essere sufficientemente riscaldate nel breve periodo in cui attraversano l’esofago, una volta raggiunto lo stomaco le bevande molto fredde causano l’immediato restringimento dei capillari che irrorano le pareti delle mucose, i quali si dilatano poi in un secondo tempo. Come avviene con l’aumento della circolazione nel tratto digerente dopo i pasti, ciò determina una temporanea ridistribuzione del sangue a discapito della muscolatura impegnata nelle attività fisiche.

No alle bevande contenenti acido carbonico

Per evitare la formazione di gas nel tubo digerente, è necessario eliminare l’acido carbonico dalle bevande mescolando o scuotendo i liquidi prima di ingerirli.

Evitiamo di ingerire aria

Bere con una cannuccia garantisce l’ingerimento del liquido in piccole dosi ed evita il rischio di ingerire aria (aerofagia) .

No alle bevande a base di caffeina

The, caffè e tutte le bevande a base di cola hanno effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale. Ne è sconsigliata quindi l’assunzione durante le gare ai tiratori che praticano discipline statiche.